Anna Cantagallo: Una bilancia interna può aiutare a combattere l’obesità

Milioni di persone di ogni età e di ogni ceto sociale ogni giorno si sentono discriminati per il loro peso corporeo. Questa estrema visione negativa dell’obesità è un problema sociale molto diffuso e che continua ad essere in aumento. Negli Stati Uniti ad esempio tra il 1995 e il 2005 il numero di discriminazioni a causa del peso è aumentata fino al 66%, in particolare tra le donne.

Ma da cosa deriva questa malattia? Come dice la dott.ssa Anna Cantagallo “l’obesità non è una scelta di vita ma l’interazione tra diversi fattori quali genetici, ambientali, biologici e comportamentali. Basti pensare alla disponibilità e alla convenienza di “cibi spazzatura” insieme alla sedentarietà a cui siamo costretti, per capire solo alcune delle cause dell’obesità”.

Essa, inoltre, è una malattia cronica molto difficile da gestire tanto che circa il 97% delle persone che ne soffrono, anche se perdono peso lo riacquistano entro 5 anni.

Può essere considerata la patologia tipica del mondo occidentale e in generale della società del benessere. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, stabilisce i criteri per determinare lo stato di obesità attraverso l’Indice di Massa Corporea (IMC), che mette a rapporto la massa espressa in chilogrammi e il quadrato dell’altezza espressa in metri.

Per essere definiti normopeso, bisogna avere un IMC compreso tra 18,50 e 24,99. Tutti i valori al di sotto di questa soglia identificano persone sottopeso e gravemente sottopeso (IMC < 16), mentre i valori al di sopra di 24,99 definiscono i soggetti sovrappeso (25 < IMC < 29,99), con obesità moderata (30 < IMC < 34,99), con obesità grave (35 < IMC < 39,99) e con obesità gravissima (IMC ≥ 40).

Ma cosa accade al nostro organismo quando aumentiamo di peso? Anna Cantagallo spiega che  l’obiettivo del nostro corpo è quello di mantenere l’omeostasi, quindi ogni qualvolta che vi è un aumento o una riduzione del tessuto adiposo esso produce un ormone di nome leptina. Di conseguenza il segnale viene mandato all’ipotalamo, nel Sistema Nervoso Centrale, deputato al controllo del peso, della fame e della temperatura corporea.

Se viene registrato un aumento di massa grassa, la secrezione di leptina aumenta per comunicare all’ipotalamo che bisogna ridurre l’apporto di cibo; la leptina riduce il senso di fame e aumenta la produzione di energia per mantenere il peso corporeo costante. Ma dal momento che abbiamo bisogno anche di un po’ di massa grassa per poter controllare la nostra temperatura corporea , in questo caso la leptina non viene prodotta in modo da comunicare all’ipotalamo che è necessario aumentare l’assunzione di cibo.

Alcuni ricercatori della Sahlgrenska Academy, University of Gothenburg, Svezia, hanno ipotizzato che oltre alla leptina ci fosse un secondo regolatore del peso corporeo. Nel loro studio (http://www.pnas.org/content/115/2/427.full), pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), i ricercatori hanno trovato prove dell’esistenza di una sorta di bilancia interna che contribuirebbe a tenere il nostro peso corporeo sotto controllo. Esso infatti verrebbe, registrato negli arti inferiori e  se tende ad aumentare, viene inviato un segnale al cervello per ridurre l’assunzione di cibo e mantenere costante il peso.

Lo studio è stato condotto su roditori obesi che i ricercatori hanno reso artificialmente più pesanti caricandoli di pesi extra e alla fine dell’esperimento gli animali avevano perso peso quasi quanto il peso artificiale. I pesi extra infatti avevano consentito non solo la riduzione del peso corporeo, ma anche un miglioramento dei livelli di glucosio nel sangue.

Questo sistema regolatore della massa grassa è il primo nuovo sistema ad essere individuato dopo la scoperta della leptina, avvenuta 23 anni fa in America. I ricercatori hanno concluso, quindi, che la leptina non costituisce l’unica forma di trattamento dell’obesità. Infatti, il meccanismo identificato è totalmente indipendente dalla leptina, ed è possibile che questa unita all’attivazione della bilancia corporea interna possa diventare un trattamento efficace per l’obesità.  Inoltre i ricercatori sottolineano che la bilancia interna funziona soltanto quando siamo in piedi. Questo spiegherebbe il motivo per cui la sedentarietà fa ingrassare:  più stiamo seduti, più mangiamo e più prendiamo peso!

Anna Cantagallo conclude dicendo “Pensiamo alle condizioni, cliniche e non, di un uomo che aumenta il suo peso, anche in assenza di aumento di massa grassa o massa muscolare: l’inserimento di una protesi, o la necessità di un apparecchio gessato o di un tutore. Sono tutte situazioni che attivano, come nei roditori della ricerca, la nostra bilancia interna, e che ci permettono di ri-equilibrare il nostro peso globale.