Aperitivi, degustazioni e carte dei vini sempre più invasi da questo amabile vino che è molto apprezzato durante la bella stagione, uno dei più amati dagli appassionati e uno tra i più venduti in Italia negli ultimi anni.
Come mai?
Il successo di un bianco versatile e fresco
Al di là dell’ottimo lavoro di marketing, si sa che tanta promozione non arriva a questi risultati se il prodotto non è ottimo e adatto ad un mercato sempre in evoluzione. La Falanghina, invece, ha rappresentato per molti una scoperta riguardo alle sue caratteristiche di bevibilità e al prezzo.
A fronte della sua versatilità, il rapporto qualità-prezzo è ottimale, infatti. Rappresenta un vino fresco, giovane, fruttato, secco, leggermente acido. È un vino bianco adatto ai pasti di ogni giorno ma con produzioni anche raffinate, sopratutto abbinabili a degli ottimi primi e antipasti a base di pesce.
Chi ha frequentato qualche corso degustazione vino Roma sa quanto questo dipenda dalla zona di produzione della Falanghina, il territorio del Sannio e, marginalmente, dei dei Campi Flegrei. Si tratta di una zona campana, in provincia di Benevento, che crea la denominazione Sannio Falaghina che può essere sia in versione del classico vino bianco, sia in versione passito o spumantizzata.
Le uve Falanghina a bacca bianca, vengono coltivate da secoli, e in particolare nelle sotto-zone di Sant’Agata dei Goti, Taburno, Guardia Sanframondi o Guardiolo e nel comune di Solopaca. Si pensa addirittura che le coltivazioni risalgano alla dominazione greca, fino al I secolo avanti cristo.
Il suo bouquet di aromi sprigiona profumi intensi e persistenti, note fruttate e floreali, in alcuni casi cono spezie o sentori di sambuco e basilico. Il territorio vulcanico, può dare anche dei profumi di selce che nelle versioni spumante, invece, cedono ad aromi di miele, albicocca e agrumi.
Il vitigno si adatta a diversi terroir, e per questo si trovano anche versioni limitrofe che si arricchiscono di altri aromi, diverse dalle vinificazioni in purezza del Falanghina Sannio DOC.
Tra le produzioni che hanno incontrato un grande successo tra i consumatori, ci sono quelle della già citata Falanghina del Sannio Beneventano e la “limitrofa” Falanghina dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli.
Il terreno di queste zone dona un grande equilibrio al vino tra la sapidità e la morbidezza, senza rinunciare al carattere che ben si sposa con piatti di pesce e primi leggeri.
Abbinamenti della Falanghina
In particolare, viene apprezzato in abbinamento ai crostacei ed è diventato anche per questo, un ottimo vino da aperitivo molto in voga presso enoteche o locali dove si fanno degustazioni di Falanghina con antipasti, frutti di mare, riso e pasta marinare, pesce alla griglia o fritto misto.
Nel caso degli accostamenti ai formaggi, ottimo il connubio tra Falanghina passito e formaggi stagionati e per chi ama il dolce, con la pasticceria secca. Nel caso dei formaggi molli, regna ovviamente l’accostamento con la mozzarella di bufala del territorio campano, oltre a qualche formaggio caprino molle.
Anche a tavola con ricette di terra, ben si abbina con zuppe di legumi e di funghi, carni bianche e piatti di selvaggina, nelle sue versioni più sapide e meno acidule.
Se dovete gustare una Falanghina con attenzione, ricordata di stappare la bottiglia mezz’ora prima per favorire l’ossigenazione e tenerla a temperatura di 10-12 °C – tranne nel caso della Falanghina spumante, che va servita a temperatura di 6 °C come da regola per gli spumanti, nei classici flute