Non esistono case non pignorabili, ma vi sono delle condizioni che rendono la casa non pignorabile. La prima casa, intesa come unico immobile di proprietà in cui il debitore ha la residenza anagrafica non è pignorabile, ma non è completamente esclusa dal rischio di pignoramento.
Il pignoramento della prima casa può verificarsi in caso di pignoramento immobiliare a causa del mancato pagamento delle rate del finanziamento per l’acquisto della prima casa. In questo caso si riceve una lettera in posta ordinaria direttamente dalla banca che invita a procedere con il saldo delle rate del mutuo rimaste scoperte.
In alternativa si può ricevere una telefonata direttamente dal funzionario della finale che invita a regolarizzare la posizione in corso. In caso di mancato pagamento saranno recapitate comunicazioni scritte direttamente dall’ufficio legale della banca con annesso avviso che in caso di perdurante situazione di irregolarità nei pagamenti si procederà con l’esecuzione forzata.
Successivamente può essere disposto l’atto di precetto con il quale si intima al debitore di procedere all’adempimento entro 10 giorni. Questa è l’ultima possibilità per evitare che si proceda con la procedura del pignoramento e successivamente la messa all’asta dell’abitazione. Se non si è effettivamente in grado di pagare le somme dovute si riceve l’atto di pignoramento, atto formale da cui poi prende il via l’espropriazione forzata. In seguito a questo ulteriore atto la custodia della casa è affidata all’Istituto di Vendite Giudiziarie più vicino. Chi abita nella casa può momentaneamente continuare a vivere lì e nel frattempo il custode provvederà a fissare un appuntamento dove insieme ad un professionista si procede con la perizia dell’immobile con la quale viene dato un prezzo alla casa. Successivamente la casa verrà messa in vendita e ne verrà data notizia sulle riviste specializzate, cartacee e online o nelle vetrine delle agenzie immobiliari.
Chi pignora la casa?
Lo Stato o chi ne fa le veci in ambito di riscossione non può pignorare la prima casa a condizione che questo sia l’unico immobile di proprietà del creditore, non appartenga alla categoria dei beni di lusso e sia l’immobile in cui il debitore ha posto la sua residenza. Lo stato può però procedere al pignoramento di uno o più immobili, sempre esclusa la prima casa, a condizione che il credito vantato sia superiore a 120 mila euro. Per evitare il pignoramento dell’immobile il debitore in questo caso potrebbe riportare e mantenere il debito verso lo stato sotto questa soglia con un apposito versamento. Una volta messo in sicurezza l’immobile il debitore ha anche la possibilità di presentare un’istanza di rateazione del debito e prendere tempo per cercare di risolvere la propria situazione finanziaria.
Se invece il creditore non è lo Stato ma un privato è possibile procedere con il pignoramento della prima casa. Non sono previsti limiti di importo da parte dell’ordinamento e non esistono condizioni che possono evitare il pignoramento motivo per cui questa è la situazione più difficile da gestire.
Come evitare il pignoramento e l’asta
Per cercare di evitare il pignoramento della prima casa una prima possibilità è quella di tentare la ricontrattazione del mutuo direttamente con la banca in modo da ottenere una rata inferiore da pagare oppure chiedere un allungamento dei termini di estinzione o una sospensione delle rate. Una via alternativa può essere quella di proporre alla banca un’estinzione del debito a stralcio. Questa possibilità si ha quando il debitore dispone di liquidità con la quale può estinguere il debito saldandolo però in misura ridotta rispetto alla quota originaria.
Il pignoramento della prima casa può essere evitato anche ricorrendo alla Legge n.3 del 2012, la cosiddetta Legge Salva suicidi che ha lo scopo di dare sollievo a chi si trova in una condizione di eccessiva pressione debitoria o ai debitori non assoggettabili alle procedure liquidatorie perché in uno stato di sovra indebitamento. In questo caso ci si può rivolgere personalmente alla Cancelleria della Volontaria giurisdizione del Tribunale del capoluogo di regione e si può chiedere la nomina di un consulente per la composizione della crisi. Se i redditi sono dimostrabili e coerenti con la situazione in atto, il giudice valuterà in senso favorevole la riduzione del debito e la banca valuterà lo sconto sul mutuo.
Un’ulteriore via alternativa per provare invece ad aggiudicarsi l’asta è quella di provare ad acquistare l’immobile stesso tramite soggetti terzi come un familiare. In questo caso l’obbiettivo è quello di ridurre il debito, continuare a vivere nella casa anche se aggiudicata tramite l’asta ad un’altra persona.
Da ultimo va ricordato che la procedura di pignoramento della prima casa è davvero lunga e costosa anche per il creditore, per questo motivo le banche preferiscono soluzioni più rapide come la ricontrattatazione del mutuo, una soluzione a stralcio o una ricomposizione della crisi. Queste sono soluzioni che potrebbero consentire al debitore di guadagnare un po’ di tempo per riprendere il pagamento delle rate del mutuo o addirittura estinguere il debito.