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Acquisto oro usato: come cambia la normativa

Con l’ingresso della nuova normativa in merito alla compravendita di oro, denominata ufficiosamente “decreto compro oro” subentrano tutta una serie di nuove regole che mirano a tutelare il consumatore, ma anche il punto vendita, in qualsiasi trattativa relativa alla valutazione dell’oro usato.

Le modificazioni sono sostanziali rispetto alla normativa precedente, pur confluendo con essa e massimizzando la trasparenza e l’efficacia di qualsiasi acquisto di gioielli usati.

Le principali modifiche: è sempre possibile mettere l’oro usato in vendita?

Molte persone si chiedono se con il nuovo decreto (Dgls 92/2017) sia diventato in qualche modo più complesso pensare di cedere i propri gioielli come prima. Niente di più falso, anzi. La nuova normativa rende il processo di valutazione dell’oro usato in fase di vendita e acquisto molto più semplice e lineare, a cominciare dall’annosa scelta del punto vendita ritenuto più affidabile.

Qualunque gioielleria o compro oro che intenda acquistare gioielli da chi decide di vendere l’oro usato di cui è in possesso, ha bisogno di essere iscritto nel Registro degli operatori del settore, appositamente creato al fine di realizzare un elenco dettagliato di tutti i punti vendita.

Questo aspetto incrementa notevolmente il margine di trasparenza della gioielleria, e allo stesso tempo consente al consumatore di fare una prima valutazione attendibile: qualunque operatore non risulti iscritto al registro, di fatto, va scartato nel momento in cui si vuole vendere alcuni gioielli personali.

In secondo luogo, da adesso, la compravendita di gioielli è totalmente registrata. Questo significa che al termine della contrattazione, una volta verificata entità del gioiello, proposta una cifra e accettata, viene redatto un documento recante numerose informazioni: dati identificativi di chi vende il gioiello, descrizione del prodotto, peso, fotografie esaustive, quotazione applicata, metodo di pagamento scelto e quant’altro.

Tale “scheda riassuntiva” descrive tutti i passaggi effettuati per arrivare alla cessione del gioiello, e deve essere fornita in copia anche al consumatore. In questo modo vendere oro usato perde la funzione, tristemente nota in passato, di metodo per il riciclaggio di denaro, o almeno ne limita fortemente la possibilità.

Metodi di pagamento

Purtroppo il proliferare dei traffici illeciti attraverso compro oro cosiddetti “poco trasparenti” è una problematica reale, soprattutto in passato. Tuttavia attraverso la regolamentazione del Luglio 2017 è stato possibile intraprendere un percorso inverso che ne inibisca gli effetti. Ecco perché anche i pagamenti in contanti sono stati decrementati a un massimale di 500 Euro (in luogo di 1.000, come precedentemente previsto).

In questo caso a goderne è la tracciabilità, anche grazie ad un’ulteriore regola che prevede l’obbligo di istituire un conto corrente apposito dedicato alla valutazione dell’oro usato, all’acquisto di oro usato e alla compravendita di oro in generale.

Tale norma è stata resa necessaria al fine di semplificare (e quindi incrementare) i controlli a campione, soprattutto in considerazione del fatto che qualsiasi punto vendita desideri offrire un servizio di compro oro, può farlo anche qualora quest’ultima fosse un’attività collaterale e non principale.

La mancata ottemperanza alle nuove norme per i compro oro comporta inoltre pene pecuniarie piuttosto onerose e, in alcuni casi, anche condanne detentive.