Quali sono i permessi necessari per una piscina interrata? 

Edificare una piscina interrata può risultare un compito più lungo e complesso di quanto si possa prevedere. Questo non solo per i lavori, che spesso durano diverse settimane o mesi nel caso di piscine particolarmente complesse, ma anche per il fatto che bisogna richiedere delle speciali autorizzazioni per edificare una piscina interrata in giardino.

Proprio così: la legge qualifica l’edificazione della piscina di questo tipo come un intervento di trasformazione del suolo, quindi non di edilizia libera, e bisogna richiedere dei permessi al comune per poter procedere. Non bisogna mai cominciare i lavori senza aver richiesto le autorizzazioni o si rischiano delle serie sanzioni oltre all’obbligo di dover ripristinare il terreno come se non fossero mai iniziati i lavori.

C’è solo un problema: se sulla manutenzione della piscina non ci sono grossi fraintendimenti, invece la normativa italiana sui permessi da chiedere per la piscina interrata è spesso male interpretata, abbastanza confusa e complessa. Infatti la normativa è regolamentata da un accordo Stato Regione che spesso è foriero di dubbi e di difficoltà interpretative, al che si aggiunge che ogni comune interpreta come vuole la normativa e che quindi l’argomento è oltremodo complesso. Spesso non si sa cosa chiedere per costruire la piscina interrata: il permesso a costruire, la DIA o altre autorizzazioni edilizie? Per evitare di vedersi negare la domanda, ecco come bisogna procedere.

 Quali sono i permessi per edificare la piscina interrata?

I permessi per edificare la piscina interrata in genere sono ricondotti a due grandi tipologie: la DIA ed il permesso a costruire.

La prima, però, oggi è in netto svantaggio dopo che diverse pronunce di giudici hanno escluso che fosse adeguata per l’edificazione di una piscina interrata. Questo perché l’intervento in questione comporta una vera trasformazione del suolo e non potrebbe essere considerata alla stregua della costruzione di un dondolo o di uno scivolo nel giardino. Il nostro consiglio però è sempre quello di informarsi direttamente dall’ufficio tecnico del comune su quale sia la soluzione migliore per le proprie esigenze, infatti ci sono ancora comuni che richiedono ‘semplicemente’ la DIA e altri invece no.

 Quando serve il permesso a costruire

Il tipo di autorizzazione più diffuso per la costruzione di una piscina interrata è senza dubbio il permesso a costruire. Ottenerlo è semplice: bisogna recarsi in comune (si tratta di un compito del quale spesso si occupa, dietro compenso, il progettista della piscina) col progetto della piscina interrata, il titolo di chi la vuole fare edificare (ad esempio la proprietà del terreno) e una auto certificazione di rispetto delle norme sanitarie.

A questo punto il comune può concedere il permesso entro 60 giorni, aumentati a 120 per i comuni più grandi: se non viene concesso, la domanda si intende negata. Ma quando bisogna chiedere il permesso a costruire? Come abbiamo detto, esso è richiesto a discrezione del comune ma comunque è valido per ogni nuova costruzione e se la piscina è non pertinenziale, cioè ogni qual volta le sue dimensioni superino del 20% la dimensione dell’edificio principale ovvero dell’abitazione.

Non dimentichiamo che esiste anche un altro permesso sempre meno usato: l’autorizzazione edilizia. Esso andrebbe usato in alcuni casi che però, oggi come oggi, ricadono tecnicamente nella DIA.

 

Autorizzazione paesaggistica

 

Poniamo il caso che il terreno nel quale volete edificare la piscina interrata ricada all’interno di una zona protetta dal punto di vista paesaggistico. In questo caso avrete bisogno di una speciale autorizzazione (che si somma a quelle di cui sopra) che è quella paesaggistica. In questo caso potreste dover aspettare più tempo, e anche aspettarvi un diniego o potenziali modifiche estetiche al progetto della piscina interrata per non sfigurare nel paesaggio.