Per questo articolo non ho neanche aspettato di arrivare a casa, lo sto scrivendo usando l’ultimo 20% di batteria del telefono, sul treno. Questo perché da stasera mi aspettavo un bel concerto e invece sono stata sbalordita ancora di più.
5 (+1) motivi per vedere i The Script live:
1. Danny O’Donoghue
Un grillo per 1 ora e 40 minuti. Corre, salta, gira, si arrampica… Chi lo ferma! E senza sbagliare una nota, riempiendo un’arena da 16000 posti con la sua voce avvolgente.
2. Mark Sheehan
Al di là delle ovvie capacità musicali, canta perfettamente e intrattiene il pubblico con storie divertenti. Poi “emana Irlanda”, con quella pelata lucida e la barba folta e rossa.
3. The Man who Can’t Be Moved acustica
Ripeto, A-C-U-S-T-I-C-A. Vi devo veramente dire altro?
4. La chiamata all’ex
Ad un certo punto O’Donoghue dice che si erano ripromessi di smettere di fare una certa cosa, ma gli piace troppo quindi chiede al pubblico più vicino al palco di aprire sui loro telefoni il contatto di un/a ex. Lui prende quello di una velocissima ragazza e torna sul palco mentre fa partire la chiamata. “Ciao, sono Danny dei The Script e la tua ex mi ha chiesto di dedicarti una canzone” dice, mentre le note di Nothing iniziano a risuonare. Ammirazione per il malcapitato, che resta al telefono fino alla fine, beccandosi anche un “You’re an asshole” gridato dal coro dei 16000 presenti.
5. Breakeven
Personalmente penso sia una delle più belle e veritiere canzoni di (dis)amore e sentirla live è da brividi.
+1. L’accento irlandese
Per questo vorrei dare la colpa ad un certo Tom Branson in Downton Abbey. Ho sviluppato una sensibilità particolare per il rotolamento della erre e la musicalità di questo accento e per me non può che essere un valore aggiunto alla serata!
I The Script si esibiranno in Italia il 28 marzo al Forum di Assago (Milano) e il 9 luglio a Lucca, vi ho fatto venire voglia di comprare i biglietti?